martedì 26 ottobre 2010

Media

L'informazione è il cibo della mente. I media di oggi ci danno troppa informazione e di pessima qualità. Il troppo non fa bene. A me non interessa conoscere ogni fatterello di cronaca che accade nel mondo. A me interessa avere le informazioni utili per capire il mondo e migliorare il mio mondo. Ma quello che ci danno i media sono "rumore di fondo", che disturba, impegna la mente, stanca, e in definitiva non serve a niente. Serve solo a "distrarre" l'attenzione dalle cose importanti della vita.

sabato 23 ottobre 2010

Il sapore

Ho pensato attentamente a quello che hai detto e penso che hai ragione. La tua visione è corretta e concorda coi fatti della realtà.
La mia visione della realtà invece è sempre stata distorta. Già quand'ero piccolo, quando ancora non sapevo nulla dell'universo femminile, immaginavo queste donne come delle principesse, delle creature di sentimenti nobilissimi, per le quali un uomo doveva meritare di stare al loro fianco. 
Pensa, ogni notte mi abbracciavo a questo cuscino e nella mia immaginazione si sublimava il profumo di una ragazza, il suo abbraccio amorevole, i suoi capelli lunghi.
Oggi, dopo una vita di esperienze, di patimenti e di riflessioni, posso dire che queste creature di sentimenti nobilissimi non esistono. Sono state solo frutto dell'immaginazione fervida di quel ragazzino che ero io tanto tempo fa e che oggi non esiste più.
E' vero, hai ragione tu. Mi sono chiesto anch'io se ne valga la pena innamorarsi per poi soffrire come un cane qualche tempo dopo. Alla fine sembra come ripagare tutto il debito, per quel poco di buono che si è avuto, e con gli interessi.
Sì. E adesso mi è chiaro perchè sono single. Perchè non ho paura di stare da solo. Perchè il mio egoismo basta a sè stesso, senza l'aiuto di nessuno. Perchè il frignare delle donne mi è diventato insopportabile. E soprattutto perchè non posseggo materialità sufficienti per attirare l'egoismo e l'opportunismo delle donne che incontro. Ecco perchè. E sai, sono contento così. Perchè non sopporterei la falsità. Non sopporterei un romanticismo finto, di superficie, di forma. Va bene come dici tu allora. Zitelli/scapoli a vita. Per onestà con sè stessi innanzitutto. Perchè la verità è che anche accoppiati siamo e saremo sempre single dentro, e nel silenzio delle nostre notti insonni saremo sempre raggiunti dal freddo della solitudine.
Però devo essere sincero, a me una volta è successo di innamorarmi. E' successo una volta sola. Lei non era granchè come persona, probabilmente non si meritava niente. Eppure io l'ho amata, l'ho accettata così com'era, con tutti i suoi difetti e la sua stronzaggine. E ho dato e fatto tutto per lei. E per la prima volta la vita aveva una sapore diverso, un senso diverso. Più bello. Non era tra le mie braccia e mi mancava, il mio corpo cercava il suo, le mie narici il profumo della sua pelle..
Purtroppo lei non mi ha corrisposto e dopo un po' ci siamo lasciati. Io ho sofferto come un cane naturalmente, ho ripagato tutto ciò che di buono avevo avuto, tutti i momenti belli. Ho ripagato tutto e con gli interessi.
Poi qualche tempo dopo invece sono stato amato. Una ragazza si è innamorata di me. E ho visto in lei gli occhi dell'amore. Ho messo subito in chiaro che io non corrispondevo e probabilmente non l'avrei mai fatto. E però lei mi ha voluto amare lo stesso, in modo vero. Ha dato e fatto tutto come ho fatto io con quell'altra..
Questi episodi mi fanno capire che l'amore è raro sì, però può esistere. Il problema è capire come funziona e soprattutto trovare la persona che ti corrisponde veramente, o che almeno ha la capacità di farlo - che già quello è raro - poi magari a farlo imparerà nel tempo.
Poi cosa succede dopo, questo ancora non lo so. Non mi è ancora successo. So di coppie che si lasciano dopo anni, che fanno figli, poi si separano. Il tutto mi mette paura e non mi fa sperare nulla di buono.
Però quel sapore mi è rimasto nella memoria. Non lo dimenticherò mai, il sapore della vita quando si è innamorati.

mercoledì 20 ottobre 2010

Vita cittadina

Sai, ero partito con la voglia di costruire, pensare al futuro, fare dei sacrifici. Ma quando sono arrivato in questa città, mi sono trovato un mondo di superficialità, di vanità, di precarietà, della vita, del tempo. Qui si vive per dei momenti, per una risata, ogni giorno come se fosse l'ultimo, come se il mondo davvero dovesse finire domani. 
Io sono felice per aver incontrato questi amici, che riescono sempre a farmi ridere. E sono soprattutto felice del fatto che con loro posso affrontare anche discorsi seri. Nonostante la divergenza di interessi, in realtà abbiamo tantissimo che ci accomuna, perchè siamo esseri umani, siamo fragili, esposti alle avversità della vita. Abbiamo ricordi da raccontare, incertezze per il futuro. E soprattutto abbiamo la sensibilità necessaria per spingerci oltre la superficie di una risata e capire un altro essere umano.
Vivere di ilarità evitando gli argomenti cosiddetti "pesanti" è un po' come sfuggire alla vita stessa, perchè in realtà la vita ha - o dovrebbe avere - significati di consistenza ben superiore alla fugacità della risata del momento. E questo consumismo moderno ci rende invece ciechi, incapaci di vedere, di riordinare le priorità della vita, incapaci di impegnarci, di assumere delle responsabilità. Costantemente scalpitiamo per le nostre libertà, senza renderci conto di quanto invece siamo schiavi. Perchè il sistema ci vuole così, mai paghi di quello che abbiamo, costantemente insoddisfatti, incapaci di procurarci soddisfazioni, se non attraverso i mezzi del consumo e del denaro. 
Questo mi ha infuso molta tristezza, perchè al contrario di come pensavo, in realtà, io non posso decidere completamente per la mia vita se non attraverso gli altri e il mondo di cui ahimè faccio parte. Quindi se il mondo attorno a me è così, alla fine io sarò così, la mia permanenza qui sarà così.. Quando a un certo punto lo realizzi, ti arrendi, all'improvviso i tuoi ideali li vedi dall'altra parte del vetro, irraggiungibili. Ed è proprio ciò che sta succedendo a me. Mi sto arrendendo. Mi sto adagiando sulle frivolezze di questa vita cittadina, fatta di risate, luci, cene, uscite. Il giorno, le settimane, i mesi passano secondo un circuito di lavoro (spesso sofferto) che si chiude con una "ricompensa" di natura consumistica, farcita di intrattenimenti e derivati. E io invece avrei voluto arrivare all'ultimo giorno con la consapevolezza di averci capito qualcosa di questa breve esistenza, di essere andato oltre la superficie. Non pensavo sarebbe andata così..