lunedì 31 maggio 2010

Struzzo

No. Non sono un bambino che non capisce la realtà o non vuole accettarla. Anzi, io sono contento che tu ami. Te l'ho sempre detto. Perchè l'amore è una cosa straordinaria per cui vale veramente la pena di essere in questo mondo. E non mi serve che tu non sia innamorata se poi io non ti posso avere - perchè io non ti posso avere. Non mi serve evitare le tue confidenze perchè comunque la mia immaginazione è sufficiente a rievocare nella mia piccola mente qualsiasi dettaglio possibile, di qualsiasi giornata di sesso, come tante che io stesso tra l'altro ho vissuto più e più volte nel mio modestissimo vissuto.
Non vedere e non sentire sarebbe stupido come uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia (se conosci il detto..).

mercoledì 26 maggio 2010

Al demiurgo

Ieri non è andata proprio così semplice come te l'ho fatta, il tuo treno non l'ho perso così e basta. Lo so che lo sai che avrei potuto benissimo prenderlo. E infatti perchè non l'ho preso mi sembra ancora incredibile e impossibile. Ti racconto tutto adesso. In realtà dovevo andare in pizzeria con degli amici e dovevo incontrarmi con uno di loro a ostia nord. Sapevo che c'era una remota possibilità di incontrarlo già strada facendo, magari a magliana. Ed è per questo che non sono sceso a piramide come al solito ma ho allungato fino a magliana appunto. In questa scelta però mi sei venuta in mente tu, i tuoi occhi. Avevo lasciato la tua mela anche, che stava nel buio dello zaino e aspettava solo la tua mano. Perchè stavo lì allora, su un altro treno!? Ce la potevo ancora fare però, e sarebbe stato facilissimo. Se non fosse che scendendo dalla metro, direzione laurentina, trovo l'accesso al sottopassaggio transennato per lavori. Allora mi dirigo verso il soprapassaggio, quello dal lato più vicino alla prima carrozza del trenino naturalmente. E proprio lì ti trovo scendere dalle scale Daniele, l'amico che avrei potuto forse incontrare e che - ancora mi sembra impossibile - incontro proprio in quel frangente. Mentre gli dico di seguirmi senza fare domande gli arriva una chiamata. E' un altro degli amici della pizza che lo blocca e gli dice che sta fuori dalla stazione in macchina ad aspettarlo. Proprio mentre ascolto quella telefonata e realizzo quello che stava accadendo, ecco il tuo trenino, quello nuovo, veloce, che sopraggiunge inesorabile dall'altra parte. Pochi secondi mentre osservo i finestrini della prima carrozza, poi le porte chiudersi, e quella porta che pochi istanti prima avevo nella mia mente fermamente attraversato e che invece vedo chiudersi con me fuori. Che dire.. Perfezione chirurgica, anzi demiurgica, di eventi giusti posizionati nel tempo giusto.
Quindi ti chiamo, con quella sensazione strana addosso, la sensazione di aver visto inanellarsi una serie di eventi impossibili al caso, di una regia beffarda, di una sliding door persa. E mentre ti parlo e faccio gli ultimi gradini di quella scalinata che porta sulla strada sopra la stazione, intravedo il giardino che sta dall'altra parte. Per un istante il sole non è più quello delle 18.25 ma quello delle 8.25 del mattino, e ti vedo. Sbuchi lì, dal sottopassaggio, un'altra sliding door suppongo. Ti osservo dall'altra parte della strada di mille mattine con quel bug nel cervello, con quella precisa sensazione di essere anche oggi dal lato sbagliato. Ti giri e prendi quel sentiero della fontanella, che taglia in mezzo agli alberi e va in qualche modo verso la scuola. Osservo la tua figura di spalle allontanarsi, come al rallentatore, tra le ombre cangianti delle fronde, finchè non svanisci alla mia vista. Io, il meccanismo rotto, il cuore transennato. Silvia, un altro amore impossibile, un altro espediente demiurgico che magari si rivelerà presto, ma con cui adesso mi intrattengo le notti a parlare d'amore, un amore che non c'è, mentre l'amore chissà dov'è.
Non riesco a capire cosa mai di diverso sarebbe dovuto accadere proprio ieri su quel trenino se avessi attraversato la sliding door. Non lo saprò mai, non lo voglio sapere, e suppongo che io non lo debba proprio sapere. Ma sento di non sbagliare nell'affermare che sì, ci vedremo in un mondo parallelo, da qualche parte in un tempo e un piano di esistenza che non è questo. Sento di non sbagliare nel riconoscerti ogni volta che ti guardo negli occhi e so con certezza che sei qualcuno e con la stessa certezza so che non saprò mai chi sei.
Al demiurgo vorrei fare un milione di domande, e magari anche una sola: perchè?

mercoledì 5 maggio 2010

Primo maggio

Sì, ha un bel viso, degli occhi in cui mi perdo tutte le volte, e soprattutto dice cose interessanti. Una combinazione micidiale per la mia povera psiche. Potrei tranquillamente impazzire per una così. E mentre mi parlava di gruppi sconosciuti e di quella birra weiss, waiss, bo, non mi ricordo (tra l'altro non amo la birra), scacciavo dalla mente la fantasia di circumnavigare il suo viso di baciotti, partendo dalla tempia, passando per la fronte, raggiungendo l'altra tempia, e poi la guancia, il mento, il collo.. Per non sentire la mia voce che mi dice ancora una volta "piero!! ma che stai facendo!!!". Per non segnare baricentri, raggi, mediani, folli geometrie su una persona che non sarà mai mia.
Il concerto, bellissimo, è stato una pallidissima scusa per staccare i miei occhi dai suoi. Sui quali, però, ogni tanto dovevo tornare, per non sembrare troppo maleducato.
Mi ha fatto un effetto che non posso descrivere, quando, mentre mi facevo strada in mezzo alla folla fitta tipo la nostra metro delle 8, lei mi poggiava una mano sulla spalla per non staccarsi da me. Un gesto semplice e innocente naturalmente, ma per me stupefacente quanto un chilo di lsd...

sabato 1 maggio 2010

Incupito

Ho letto adesso il tuo sms di ieri sera. Tu non hai fatto niente di male tesoro, anzi sei stata paziente e gentile, soprattutto quando ti è venuto il dubbio che io mi fossi incupito. Sono io che mi incupisco da solo. Non senza motivo, certo, ma quasi sempre per motivi assurdi che non vale la pena capire. Non mi fare la mamma adesso, o la curiosa capricciosa, non mi serve in questo momento.
E' meglio che mi stacco da questo schermo che mi abbrutisce e vado a vedere un po' di mondo. Mi farà bene.
Più tardi forse mi vedo con *****, sarebbe la mia carboncina. Non è gnocca com'è la tua, ma questa - col benestare del suo ragazzo - me la spupazzo io. E se come l'altra volta finisco col parlare di te, mi verrà sicuramente voglia di sentirti, quindi aspettati una chiamata.